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Dal prossimo Capodanno la finanza s’arricchirà di una nuova sigla, dalla fonetica rumorosa e quasi irriverente: Priip. Salutata come la soluzione dell’irrisolto dilemma sulla trasparenza finanziaria, quella sigla potrebbe invece preludere a nuovi guai per clienti e intermediari. Priip sta per packaged retail investment and insurance-
La discrasia muove dalla considerazione che le stime probabilistiche si basano su opzioni che variano da intermediario a intermediario. Non c’è dubbio: è il problema della stima del Mtm dei derivati, è il problema che si pone la regolamentazione Emir quando, in assenza di mercati attivi o in presenza di metodi plurimi, impone al produttore di adottare un modello univoco, testato e validato, è il problema che la revisione dei modelli interni di valutazione (Trim), avviata quest’anno dalla Bce, ambisce a risolvere. Ciò non toglie che è proprio a partire da uno o più di quei modelli che viene costruito e ingegnerizzato il prodotto, che quei modelli sono scenari di probabilità e che è questa l’informazione essenziale da comunicarsi all’investitore. E l’impossibilità di rendere comparabili prodotti analoghi non è una buona ragione per imporre un’informazione costruita solo su serie storiche e atta a disorientare chi investe.
Azzardiamo ora un esercizio giudiziario. Un investitore si è fidato dei dati di un Kid ma l’esito finale li sconfessa: nulla da eccepire, ogni scenario non è né una divinazione né una garanzia. Ma supponiamo che l’esito dell’investimento, ricostruito ex post con una consulenza tecnica, riveli che il metodo probabilistico impiegato per la costruzione del prodotto indicasse scenari diversi da quelli finiti nel Kid. Il cliente contesterà un’informazione fuorviante, la banca legittimamente invocherà la puntuale applicazione delle regole Priip. Ogni giudice potrebbe, in modo eguale e contrario, assolvere la banca rispettosa di quelle regole oppure condannarla, ritenendo che la distonia normativa non la esima dal più generale obbligo d’informare l’investitore in modo completo e coerente con gli obiettivi di comprensibilità e attendibilità imposti dal sistema Mifid. Per chi scatterà la tagliola? Per il cliente o per la banca? Che rischio.